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Climate Gate all'Hadley Centre: fuga di notizie getta discredito sulle teorie del Global Warming





Climate Gate all'Hadley Centre: fuga di notizie getta discredito sulle teorie del Global Warming


Attacco informatico all'Hadley Centre. La fuga di notizie che ha colpito (in modo illegale) il centro climatico inglese getta tutto il mondo della climatologia nel caos. Si potrebbe trattare di uno scandalo di proporzioni inaudite.


È davvero difficile riuscire a districarsi nel groviglio di notizie, impressioni e giudizi che stanno sommergendo il mondo della climatologia, dopo che venerdì 20 novembre vi è stata una spettacolare fuga di notizie che ha colpito l'Hadley Centre, uno dei maggiori istituti internazionali deputati allo studio del clima, e fortemente affiliato all'IPCC, il pannello intergovernativo voluto dall'ONU per monitorare gli studi sui cambiamenti climatici: insomma, un attacco al cuore dell'AGW, cioè degli scienziati sostenitori delle cause antropiche del Global Warming. L'Università della East Anglia ha subìto quindi un assalto informatico (interno, esterno? le ultime notizie propendono per l'attacco interno) che è oggetto delle indagini delle forze dell'ordine: infatti migliaia di mail private e di documenti riservati sono stati riversati sul Web. Dobbiamo a questo punto ricordare che è stato il Climate Monitor, il cui hosting è concesso dal Meteo Giornale, uno dei primi siti italiani a fornire informazioni oggettive e aggiornate dell'evento http://www.climatemonitor.it/?p=5388#agg8.

Veniamo ai fatti: venerdì 20 novembre oltre 1.000 mail e circa 3.500 documenti riservati vengono immessi in rete attraverso un sito russo FTP. Si tratta di mail private, in cui gli studiosi dell'Hadley Centre (e non solo) si scambiano opinioni e giudizi operativi, e di documenti scientifici. Ovviamente non possiamo sapere se tutto il materiale immesso sia genuino. Certo molto lascia pensare che si sia di fronte a qualcosa di grosso, visto che lo stesso Hadley Centre ammette l'attacco e non smentisce l'autenticità di gran parte del materiale. Come giustamente afferma Claudio Gravina del Climate Monitor, sembrerebbe davvero improbabile che qualcuno abbia ricostruito ad arte la corrispondenza di anni di studiosi su tematiche spesso molto complesse e puntuali.

D'altra parte, come con ragione scrive il Colonnello Guido Guidi in un suo magistrale commento all'accaduto http://www.climatemonitor.it/?p=5428&cpage=1#comment-5289, se la questione umana poco ci interessa, la questione scientifica invece è fondamentale. Mi spiego meglio. La magistratura farà luce su quello che è accaduto: forse si scoprirà che l'attacco è stato perpetrato da uno studioso interno per motivi personali oppure scandalizzato dalle procedure dell'istituto. Oppure verrà alla luce che si è trattato di un attacco esterno, magari da qualcuno avverso alle tesi serriste dell'Hadley Centre: non dimentichiamoci che siamo alla vigilia del Summit di Copenaghen!

Questo ci interessa poco.
Il punto è: le informazioni che stanno via via trapelando sulla rete sono davvero scandalose. Se si dimostrassero vere, saremmo davvero di fronte ad un Climate Gate, uno scandalo che colpirebbe buona parte del mondo accademico che si occupa di questioni climatiche.
Vediamo quindi in sintesi quali sono per ora le principali informazioni scottanti che emergerebbero dalla disamina delle numerose mail diffuse in rete.

1.Prima di tutto emerge un uso del metodo del peer-review davvero poco corretto.
Tale metodo è stato messo a punto per valutare la correttezza operativa delle pubblicazioni scientifiche: il suo scopo primario è quello della revisione paritaria. Stando alle mail fuoriuscite, sembra che spesso e volentieri, invece, si sia abusato del peer-review fino a trasformarlo in un sistema di filtraggio lobbistico. Praticamente si facevano pressioni perché certi studi fossero posti all'attenzione della comunità internazionale ed in primis dell'IPCC ed altri invece rimanessero in un cono d'ombra.

2. Un'altra accusa, suffragata dai documenti fuoriusciti, riguarderebbe la gestione dei dati climatici dell'Hadley, la più lunga al mondo. Da tempo si chiede ai ricercatori del centro di mettere a disposizione le serie temporali originarie: il rifiuto è sempre stato netto. Ma in tal modo viene meno un principio fondamentale del metodo scientifico: la riproducibilità dell'esperimento! Ora il sospetto di una manipolazione dei dati originari appare più fondato.

3. Ma l'accusa più grave, che emergerebbe dalla disamina dei file, è questa: il gruppo di scienziati "attaccati" avrebbe agito cercando di manipolare i fatti e le teorie allo scopo di ostentare all'esterno un'immagine unitaria e concorde dello scenario climatico. Mi spiego meglio. Dalla lettura dei file spesso emergono consapevolezze da parte degli scienziati che la teoria dell'AGW (il riscaldamento globale dovuto all'uomo) avrebbe dei punti deboli. Ma tali studiosi hanno deciso di nascondere questi dubbi. Non solo: se fossero vere le mail, risulterebbe che gli studiosi avrebbero cercato di modificare le loro ricerche per fare in modo che risultassero più omogenee!

Questo è lo stato dell'arte a pochi giorni dalla fuga di notizie che ha colpito, voglio ricordarlo, in modo illegale l'Hadley Centre. Molti, lo ripeto, sono i dubbi che permangono. Non ultimo il momento scelto per l'attacco informatico: a pochi giorni dal Summit di Copenaghen.
Non ci resta che attendere per capirci qualcosa di più.


domenica 22 novembre 2009

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