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Misteri Nascosti e 2012

Il blog sui misteri della scienza e sugli interrogativi sulle profezie per l'anno 2012. Visita anche il nostro blog TELEFONINO3.TK
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Ecco l'inizio della «vita artificiale»: Costruita la prima cellula





PRIMA APPLICAZIONE: batteri in grado di produrre biocarburanti
Ecco l'inizio della «vita artificiale»
Costruita la prima cellula
Svolta epocale nella ricerca. È controllata da un Dna sintetico ed è in grado di dividersi e moltiplicarsi


ROMA - È stata costruita in laboratorio la prima cellula artificiale, controllata da un Dna sintetico e in grado di dividersi e moltiplicarsi proprio come qualsiasi altra cellula vivente. Il risultato, pubblicato su Science, è stato ottenuto negli Stati Uniti, nell'istituto di Craig Venter. Si tratta di una svolta epocale nella ricerca.

BATTERI SALVA-AMBIENTE - Con questo nuovo passo il traguardo della vita artificiale è ormai più vicino che mai e si comincia a intravedere la realizzazione di uno dei sogni di Venter: costruire batteri salva-ambiente con un Dna programmato per produrre biocarburanti o per pulire acque e terreni contaminati. Dopo avere ottenuto il primo cromosoma artificiale, la sfida è riuscire ad attivarlo, aveva detto Venter appena due anni fa. Adesso ha raggiunto il suo obiettivo e lo ha fatto unendo, come tessere di un puzzle, i risultati ottenuti negli ultimi cinque anni. Il primo passo, nel 2007, era stato la costruzione di un Dna sintetico; quindi nel 2009 sempre il gruppo di Venter ha eseguito il primo trapianto di genoma da un batterio a un altro. Adesso è ancora lo stesso gruppo, coordinato da Daniel Gibson, ad aver combinato i due risultati e aver assemblato la prima cellula sintetica.

«COMINCIA L'ERA POST-GENOMICA» - «Si tratta di un traguardo fondamentale dell'ingegneria genetica, non solo per possibili risvolti applicativi, ma anche perché segna la tappa iniziale dell'era post-genomica» commenta il genetista Giuseppe Novelli, preside della facoltà di Medicina dell'Università di Tor Vergata di Roma. «Di fatto Venter ha creato qualcosa che prima non c'era, un batterio prima inesistente, perché il genoma artificiale che ha costruito con una macchina in laboratorio contiene dei pezzetti di Dna che non esistono nel genoma del batterio presente in natura». Venter ha fatto tutto con una macchina, spiega ancora Novelli. «Prima ha letto la sequenza genomica del batterio in un database genetico, poi con un macchinario ha ricostruito chimicamente il genoma, aggiungendovi però nuove sequenze. Ha fatto pezzetti, ciascuno di 10 mila lettere di codice, poi li ha assemblati insieme fino a creare un genoma di oltre un milione di paia di basi. Poi ha inserito il genoma artificiale in un batterio svuotato del suo Dna e ha costruito una nuova forma di vita che funziona e si riproduce. La cellula così creata, infatti, prima non esisteva, e il suo genoma porta i segni distintivi della sua differenza dal batterio esistente in natura». «In futuro - conclude Novelli - si potranno creare nuove forme di vita capaci di produrre farmaci o di aiutarci contro l'inquinamento, per esempio batteri mangia-petrolio».

giovedì 20 maggio 2010

C'è un po' di Neanderthal in tutti noi


Il moderno europeo condivide con il Neanderthal parte del suo patrimonio genetico

In ogni uomo moderno si nasconde un Neanderthal. Geneticamente parlando: a differenza di quanto creduto finora, l'Homo neandertalensis (scomparso 30 mila anni fa) e l'Homo sapiens (da cui ha origine l'uomo moderno) si sono incontrati ed accoppiati, probabilmente nella regione della Mezzaluna Fertile (Medio Oriente), tra i 100.000 ed i 50.000 anni fa.

Lo afferma una ricerca del Max Planck Institute (di Lispia, in Germania) dell'University of California (di Santa Cruz, USA) ed dei National Institutes of Health (NIH), diretta da Svante Paabo e pubblicata su "Science".

La squadra di Paabo ha inizialmente ricostruito il genoma del Neandertal tramite analisi di reperti fossili: 3 donne rinvenute in Croazia (nella grotta i Vindija) ed altri resti trovati in Russia ed in Spagna, più gli "originali", rivenuti nel 1856 nella valle tedesca di Neander (da qui il nome).

Durante tale operazione, gli esperti hanno ripulito i frammenti ossei dalle varie contaminazioni (batteri in primis), per poi utilizzare tecniche di sequenziamento.

Successivamente, tale DNA è stato messo a confronto con quello di 5 umani moderni: un francese, un cinese, un abitante della Papua Nuova Guinea, uno dell'Africa del Sud e un altro dell'Africa occidentale.

In questo modo, gli studiosi hanno accertato come il contatto tra due specie sia avvenuto, lasciando tracce arrivate fino a noi.

Spiega infatti Svante Paabo: "L'ibridazione fra Neandertal e Sapiens c'è stata ed è avvenuta dopo la loro fuoriuscita dall'Africa, dove sono nati da un progenitore comune. L'uomo moderno, europeo, asiatico o melanesiano condivide con l'uomo di Neandertal fra l'uno e il quattro per cento del suo patrimonio genetico. Nel DNA degli africani, invece, non c'è traccia di quello dell'ominide estinto".

L'affare Neandertal era già stato discusso nella conferenza annuale dell'American Association for Advancement of Science a Chicago. Nell'occasione, gli studiosi avevano azzardato una sua descrizione, sulla base dei reperti ossei e dei risultati preliminari del DNA. Il (presunto) identikit è quello di un ominide, non molto alto (circa 1,60 m) e dallo spiccato progratismo ma di stazione eretta e con muscolatura robusta, con pelle chiara e capelli rossi. A livello genetico, aveva i geni del linguaggio e dell'intolleranza al latte.

Ma, identikit potenziali a parte, il lavoro di Paabo e colleghi (che ha finora coperto il 60% del DNA in questione) permette di comprendere meglio sia quanto l'uomo moderno abbia in comune con il suo lontano antenato, sia cosa abbia di "esclusivo".

E' stato infatti individuato una serie di geni che il Neandertal non aveva e che si trovano nel DNA attuale:geni che hanno fornito vantaggi in termini evolutivi e riguardano, in particolare, le funzioni cognitive, il metabolismo energetico, lo sviluppo del cranio, della clavicola e delle costole, la capacità di guarire dalle ferite.

E, se presenti in forme degenerate, causano malattie come autismo e schizofrenia.

Tuttavia, le scoperte non sono finite: "Siamo solo all'inizio: il genoma di Neandertal è una miniera di informazioni".



fonte: newsfood

venerdì 7 maggio 2010

Una canzone per riflettere


Mi interessa
mi interessa
mi interessa
mi interessa
mi interessa
mi interessa
ci sono stanze piene di pagine
coperte già da cento strati di polvere
se solo si trovasse il modo di leggerle
chissà a quante domande potremmo rispondere
e poi...
ci sono sette strade che dormono
coperte già da mille strati di cenere
se si trovasse il tempo di ripercorrerle
chissà quante scoperte avremmo da compiere
e noi...
restiamo qui, così, come se già
non ci servisse più la storia
non ci volesse più memoria
come se il mondo fosse soltanto materia
restiamo qui, così se è questo che vuoi
senza vedere mail oltre quel poco che hai
accontentandoti sempre di quel poco che sai
soltanto di quel poco che sai
mi interessa... non sfottermi
mi interessa... non sfottermi
mi interessa
mi interessa

se ci vedesse il figlio di atlantide
vedrebbe case grandi e piccole anime
ci troverebbe stretti in piccole formule
lontani dal bisogno di liberarcene
e poi...
se ritornasse l'uomo di neanderthal
magari impazzirebbe davanti a una simmenthal
magari ammirerebbe i miei fiori di plastica
ma se mi domandasse davvero il senso che ha
io sarei qui, così, come se già
non ci servisse più la storia
non ci volesse più memoria
come se il mondo fosse solo materia
mi interessa... non sfottermi
mi interessa... non sfottermi
mi interessa
mi interessa
ancora... ancora... ancora... e ancora...
ancora... e ancora...
mi interessa...
mi interessa...
mi interessa...
mi interessa...
mi interessa...
mi interessa...







lunedì 3 maggio 2010

Paleontologia: svelato il segreto del Mammut, aveva l'antigelo nel sangue





Una recente scoperta. Nuove scoperte per l'universo della paleontologia. Dall'esame dei resti del Dna di un esemplare di mammut di ben 43000 anni fa, è emerso che quei bestioni avevano l'antigelo nel sangue. Gli animali, infatti, riuscivano a sopravvivere a temperature glaciali. I pachidermi, riporta il britannico Guardian, nel corso dei secoli avevano adattato la loro emoglobina che trasportava ossigeno alle cellule anche sottozero. Questo consentiva loro, addirittura, anche un dispendio minore di energia.

Chi sono i mammut. I mammut sono dei grossi proboscidati estinti, caratterizzati da lunghe zanne ricurve e, in alcune specie, da un lungo vello che ne ricopriva il corpo. Come gli odierni elefanti, con cui sono strettamente imparentati, anche i mammut potevano raggiungere dimensioni ragguardevoli. La specie più grande conosciuta, il Mammuthus Sungari è vissuto tra la Cina e la Mongolia, raggiungeva l'altezza di 5 metri al garrese.

Probabilmente i mammut pesavano circa 6/8 tonnellate, ma si pensa che i grandi maschi possano aver superato le 12 tonnellate. In ogni caso la maggior parte delle specie erano grandi solo quanto un elefante asiatico attuale.

Questi animali vissero circa 4,8 milioni di anni fa. La maggior parte dei mammut si estinse alla fine del periodo del Pleistocene. Fa eccezione la specie nana dell'isola di Wrangel, che si è estinta solo intorno al 1500 avanti Cristo. La sopravvivenza di questi mammut dell'isola russa è dovuta al fatto che il luogo era molto remoto. Infatti è stato scoperto solo nel 1820 da una baleniera britannica.

Le principali spiegazioni sull'estinzione dei mammut si rifanno a ragioni climatiche o alla eccessiva caccia da parte dell'uomo ma il dibattito è tuttora aperto. Nuovi dati derivati da studi fatti su elefanti viventi e diffusi dall'American Institute of Biological Sciences suggeriscono che anche se la caccia potrebbe non essere stata la prima causa dell'estinzione finale dei mammut, è probabile che sia stata comunque un fattore fondamentale. Una recente toeria fa pensare a una malattia infettiva.

La clonazione. Nel 1977 venne scoperto un giovane esemplare di mammut congelato. Venne chiamato Dima. Gli scienziati estrassero alcune cellule dal suo corpo perché volevano far nascere un mammut da un'elefantessa ma non ci riuscirono.
Ma oggi gli scienziati hanno una marcia in più: la clonazione. Estraendo le cellule dagli esemplari perfettamente conservati nel ghiaccio, come quelle delle mammuttina Ljuba scoperta nel 2007, gli scienziati hanno estratto circa il 70/80% del DNA. Gli embrioni che verranno creati con questo materiale genetico verranno impiantati nel grembo di femmine di elefante asiatico, l'animale che geneticamente è più simile al mammut. Gli esemplari così creati verranno portati in Siberia e in Canada, i luoghi con il clima più adatto per la loro sopravvivenza. Gli scienziati credono che non dovrebbero creare uno scompenso biologico essedo che i mammut si sono estinti circa 4.000 anni fa ai tempi degli egizi.


TARQUINIA, E' MISTERO: COMPAIONO CERCHI NEL GRANO




TARQUINIA, E' MISTERO: COMPAIONO CERCHI NEL GRANO
misteriosi cerchi nelle campagne di Tarquinia. Burloni o UFO?

Ultime notizie Tuscia, ufo: mistero cerchi nel grano a Tarquinia. - Misteriosi cerchi nel grano sono stati rinvenuti improvvisamente stamattina nelle campagne di Tarquinia, in direzione dell'antica civita.
Stando alle ultime notizie provenienti dalla città etrusca di Tarquinia, i suddetti cerchi sarebbero comparsi misteriosamente e nessuno saprebbe spiegarne le origini al momento.
Sul posto si sono immediatamente recati giornalisti, curiosi e naturalmente esperti del fenomeno UFO.
Sulla natura dei così detti cerchi di grano aleggia grande mistero.
Fenomeno soprattutto britannico, i cerchi nel grano sono misteriosi disegni circolari che si presentano con forme e disegni vari.
Alcuni sono semplici cerchi, altri sono autentiche opere d'arte realizzate con tecniche di intrecciamento delle spighe (solitamente i cerchi sono fatti nel grano) piuttosto complesse che lasciano pensare a qualcosa che non sia opera dell'uomo.
Sono in molti, infatti, coloro che sostengono che a realizzare i cerchi siano gli UFO che attraverso questi disegni comunicherebbero informazioni in codice.
Tarquinia, opera di burloni o di alieni?
A questo dovranno rispondere gli esperti nei prossimi giorni.

fonte: unonotizie

venerdì 30 aprile 2010

India, Santone non mangia e non beve da 70 anni


A digiuno da 70 anni: gli esperti studiano l'asceta-record


Jani ha 82 anni e sostiene di nutrirsi solo di «energia» dalla meditazione, grazie allo yoga. Ora i medici indiani lo studiano per capire come possa essere perfettamente in salute


Una vita senza mangiare. Un caso talmente incredibile, che ora gli esperti hanno deciso di studiarlo. Lui è Prahlad Jani, uno yoghi indiano che sostiene di sopravvivere da oltre 70 anni senza mangiare e bere. Ha 82 anni, vive da eremita in una grotta nello Stato settentrionale del Gujarat e si trova da una settimana in isolamento in un ospedale di Ahmedabad dove è sottoposto a un completo check-up che comprende la risonanza magnetica, controllo del cuore e elettroencefalogramma, altre a regolari analisi del sangue. I suoi movimenti sono sorvegliati da due telecamere fisse e una mobile.
Il canale televisivo Cnn-Ibn lo ha mostrato seduto sul letto nella classica posizione del loto, con una tunica rossa e un grosso anello d'oro al naso. Jani sostiene di non avere mai fame o sete, di non andare mai in bagno e di nutrirsi con le «energie» provenienti dalla meditazione e da un'antica pratica yoga. L'esperimento-studio è stato organizzato da un centro medico del ministero della Difesa con l'obiettivo di capire come sia possibile per un essere umano vivere senza alcuna alimentazione. «Se riusciamo a comprendere il fenomeno, possiamo studiare delle tecniche per aiutare le persone a resistere a fame e sete» ha spiegato il direttore del Defence Institute of Physiologist and Allied Science (Dipas), aggiungendo che la tecnica potrebbe essere utile a militari e anche astronauti in missioni spaziali.
Gli scienziati della Difesa, insieme ad alcuni esperti della Nasa, avevano già cercato una spiegazione scientifica nel 2003 quando Jani fu esaminato per una decina di giorni, sempre in una camera di ospedale controllata 24 ore su 24. I medici furono sorpresi dalle capacità dello yoghi di controllare a proprio piacimento il livello delle urine. Secondo il neurologo Sudhir Shah, che ha già studiato diversi casi di digiuno prolungato tra i santoni indiani, sembra che l'ultraottantenne «sia capace di produrre urina nella sua vescica e poi, a suo piacimento, rimandarla in circolo».
Il test durerà ancora una settimana. I medici sono sorpresi di come l'asceta, nonostante la magrezza, si trovi in ottime condizioni di salute e abbia «il cervello di un venticinquenne». Originario di un povero villaggio del Gujarat, Jani dice di aver ottenuto i suoi poteri dalla dea indù Durga. Tra la popolazione locale è considerato un «santo» e chiamato rispettosamente «mataji». Secondo gli esperti di yoga e filosofie orientali, c'è una tecnica nota come «breatarianismo» che consiste nell'assorbire tutte le sostanze vitali di cui ha bisogno un essere umano dalle «energie» dell'universo. Il digiuno è visto come un dominio della mente sul corpo.
Tuttavia ci sono molti scettici, e non solo negli ambienti medico-scientifici. Il caso di Jani è stato denunciato come una bufala dall'Indian Rationalist Association, famosa per smascherare falsi guru e santoni. «È sconvolgente che il governo e anche i medici si siano mostrati così ingenui da credere che un uomo possa vivere così a lungo senza bere e mangiare» aveva scritto il presidente Sanal Edamaruku in una lettera al ministero della Difesa.

fonte: ilGiornale

Cuicuilco: la piramide senza età





La piramide senza età

Cuicuilco, 8mila anni fa. Chi può averla costruita?

Il mistero c’è ma non si vede. Già, perché all’occhio di un osservatore distratto e superficiale l’imponentepiramide di Cuicuilco, nella valle di Anahuac a pochi chilometri da Città del Messico, potrebbe sembrare soltanto una testimonianza tridimensionale del tempoche fu. Gioiello di una civiltà passata da incastonare nell’anello di qualche archeologo. E in parte, se vogliamo, è così. Ma solo in parte.

Perché gli archeologi prima di assorbire il fascino e ricostruire la storia del monumento se la devono vedere con i revisionisti che su questa piramide hanno sollevato dubbi che si fanno mistero. Il punto è questo: secondo l’archeologia ufficiale la costruzione dell’imponente edificio risale al 600 a.C., ma i cosiddetti revisionisti forti di osservazioni e studi – con l’avallo di fior di geologi- spostano questa data indietro di almeno ottomila anni.

Perché? Perché uno dei riferimenti temporali incontestati in quella zona è rappresentato dall’eruzione del vulcano Ajusco, avvenuta ottomila anni fa. E - qui viene il bello - una parte della piramide è ancora inglobata nel magma allora fuoriuscito. Il che sarebbe illogico se la piramide fosse stata costruita migliaia di anni dopo quell’eruzione, come sostiene l'archeologia tradizionale. Ma è anche il motivo per cui gli stessi archeologi sostengono (non senza qualche forzatura) una tesi piuttosto deboluccia: ovvero che quell’eruzione, datata dai geologi in maniera scientifica, avvenne invece fra il 500 e il 200 a.C.

Una diatriba di non poco conto visto che se il monumento risalisse veramente a otto/diecimia anni fa, sarebbe contemporaneo dell'uomo di Tepexpan, il piùantico esemplare umano mai ritrovato nell'America centrale e sicuramente nonin grado di edificare una simile costruzione...

Ad alimentare poi un mistero che spesso sovrappone le proprie impronte a quelle della leggenda ci sono anche i ragguagli del medico spagnolo Hernandezche all’epoca della "conquista" visitò la piramide scrivendo poi dettagliatiresoconti al sovrano Filippo II: raccontando di aver trovato i resti di enormianimali nei pressi del monumento (forse ossa di Toxodonte, un grande dinosauro) e di uomini alti più di cinque metri. Relazioni veritiere oppure influenzate dalla comunque inquietante tradizione locale che narra che la piramide venne costruita da giganti?

E, tanto per mettere un’altra bisteccona al fuoco, ci sarà qualche nesso fra il mistero di Cuicuilco e le leggende che prima della scoperta dell’America giravano nel Vecchio Continente a proposito della fonte dell’elisir di lunga vita? Fonte che proprio Cristoforo Colombo (secondo alcune interessanti teorie fu questo il vero scopo dei suoi viaggi) ritenne di poter trovare proprio in quelle zone?


fonte: qui






martedì 27 aprile 2010

Hawking: "Fate attenzione agli alieni"





Hawking: «Gli alieni? Esistono,
ma sarebbe molto meglio evitarli»

L'astrofisico britannico: «Il contatto con la vita extraterrestre potrebbe essere disastroso»

MILANO - Gli alieni? Certo che esistono, è quasi sicuro. Parola di Stephen Hawking, l'astrofisico britannico famoso per le sue tesi spesso anticonformiste. Lo scienziato però avverte: l'umanità non deve in nessun caso entrare in contatto con loro - ciò potrebbe essere devastante. La star della fisica presenta in un nuovo documentario tv i suoi pensieri sull'universo e le forme di vita extraterrestri.

RAZIONALE - In un universo con cento miliardi di galassie, ciascuna contenente centinaia di milioni di stelle, è improbabile che la Terra sia l'unico luogo dove si sia evoluta la vita. È ciò che sostiene Stephen Hawking, 68 anni, matematico e fisico con un quoziente intellettivo di 160, fino all'anno scorso titolare a Cambridge della cattedra lucasiana di Matematica e Fisica, carica ricoperta anche da Isaac Newton. Hawking, che soffre di atrofia muscolare progressiva - costretto a vivere su una sedia a rotelle e a comunicare con un sintetizzatore vocale - è uno dei cosmologi più noti. Ebbene, da ricercatore qual è ha spiegato che «per il mio cervello matematico i numeri da soli fanno pensare che è perfettamente razionale l'esistenza di alieni», riporta il Sunday Times. Le teorie del ricercatore verranno presentate in una serie di documentari che dai prossimi giorni andranno in onda sull'emittente britannica Discovery Channel.

RISORSE DELLA TERRA - La vita extraterrestre, spiega lo studioso, è concepibile nei modi come la conosciamo - dal microbo al bipede intelligente. Le forme più probabili di vita potrebbero essere microrganismi e animali semplici; in fin dei conti, queste specie avrebbero dominato anche la Terra per milioni di anni. Ciò nonostante, Hawking mette in guardia l'umanità dal possibile incontro con forme di vita intelligente: «Il contatto con la vita aliena potrebbe essere disastroso per la razza umana». Il motivo? Gli alieni potrebbero tentare di sfruttare la nostra Terra per le sue risorse, per poi proseguire. Lo scienziato paragona tale situazione con la quella della scoperta dell'America nel 1492: «Quando Colombo sbarcò in America, le cose non sono più andate così bene per gli indigeni». Hawking ha in mente degli alieni-nomadi che, dopo aver esaurito tutte le risorse del proprio pianeta, vanno a caccia attraverso le galassie di altri pianeti da sfruttare. Oltretutto, immagina l'esperto: «Questi esseri potrebbero sottomettere e colonizzare i pianeti a bordo di navi giganti». E sottolinea: «Basta guardare a noi stessi per vedere come potrebbe svilupparsi la vita intelligente in qualcosa che non vorremmo incontrare».

PRUDENZA - Già in precedenza l'astrofisico aveva messo in guardia dagli incontri ravvicinati con gli altri inquilini dello spazio. «Se mai vi dovesse capitare di incontrare un alieno, state attenti: potreste essere contagiati da un virus contro il quale non possedete alcun anticorpo», aveva sostenuto Hawking in occasione delle celebrazioni per il cinquantesimo della Nasa.

lunedì 26 aprile 2010

Vulcano Marsili: più pericoloso di Vesuvio e Campi Flegrei?





Il Monte Marsili e’ un enorme vulcano sommerso, il piu’ grande di tutta Europa, che si trova a 150 chilometri dalle coste della Campania. Oggi quel vulcano che si trova sott’acqua torna a far paura, preoccupando la popolazione che vive in quelle zone: alcune indagini condotte proprio nelle ultime ore hanno messo in allarme l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ha annunciato che il vulcano, che si trova a tremila metri di profondita’, sotto le acque del Mar Tirreno e che ha una struttura lunga 70 chilometri e larga 30, oltre che un cratere che si trova a 450 metri dalla superficie dell’acqua, potrebbe esplodere in qualsiasi momento.

“Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso“, queste le parole di Enzo Boschi dell’Ingv in merito al vulcano Marsili.
Le ultime ricerche condotte sul piu’ grande vulcano d’Europa, che si trova sott’acqua, hanno dimostrato che e’ molto probabile che si verifichi un’eruzione, che potrebbe anche causare uno tsunami: “La caduta rapida di una notevole massa di materiale scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri“. Insomma, un sorvegliato speciale che ha messo in allarme la popolazione che vive su quelle coste.
“Quello che serve è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità. Ma è costoso e complicato da realizzare. Di sicuro c’è che in qualunque momento potrebbe accadere l’irreparabile e noi non lo possiamo stabilire“: un monitoraggio necessario secondo Enzo Boschi.

fonte: haisentito.it





“E la terra tremò” (Mt 27, 51)



Mai, mai scorderai
l'attimo, la terra che tremò.
L'aria s'incendio' e poi silenzio.
E gli avvoltoi sulle case sopra la città, senza pietà.
Chi mai fermerà la follia che nelle strade va?
Chi mai spezzerà le nostre catene?
Chi da quest'incubo nero ci risveglierà, chi mai potrà?

sabato 24 aprile 2010

INDIA, Mistero nel villaggio: "220 COPPIE DI GEMELLI"




Un'equipe di medici indiani sta cercando di risolvere il mistero del villaggio di Kodinhi, a Kerala, dove vi sono 220 coppie di gemelli nate da duemila famiglie. Gli esperti guidati dal dottor Krishnan Sribiju si sono recati nel remoto villaggio tropicale, ma senza trovare al momento una spiegazione al boom di parti gemellari, pari ad almeno sei volte la media nazionale. Solo nel 2008, nel villaggio sono nate 15 coppie di gemelli e ci si aspetta per quest'anno un numero superiore. Negli ultimi cinque anni sono nate 60 coppie di gemelli, un tasso in crescita di anno in anno. Inoltre, si ritiene che esista una discrepanza tra la registrazione delle nascite e i numeri effettivi.

fonte: leggo.it


IMMAGINATE di camminare per strada e vedere un bambino. Poi di girare l'angolo e vederne un altro, identico al primo. Può sembrare la scena di un film di David Linch e invece è una situazione che a Kodinji, villaggio della regione del Kerala, in India, si verifica abitualmente. Perché qui le donne, da circa cinquant'anni, partoriscono quasi sempre figli gemelli. In questa comunità di 2000 anime vivono ben 250 coppie di fratelli identici. Nel 2008, su 300 famiglie che hanno avuto un figlio, sono nate 15 coppie di gemelli, percentuale sei volte più alta rispetto alla media nazionale.

L'India è uno dei Paesi con il più basso tasso di parti gemellari al mondo. E questo piccolo paesino svetta in cima alla classifica con un primato che da anni fa discutere gli scienziati. Finora, solo uno di loro è riuscito a condurre uno studio completo, il dottor Krishnan Sribiju, dell'ospedale locale Tirurangadi Taluk, secondo il quale il numero di gemelli aumenterà in modo esponenziale anno dopo anno, come accaduto finora. Negli scorsi cinque anni sono nate circa 60 coppie. Oggi, quelle registrate sono 250. Alcune conseguenze hanno aspetti grotteschi. Le insegnanti, ad esempio, hanno grosse difficoltà a distinguere i bambini in classe. "Io, quando mi pettino, mi faccio la riga a destra e mio fratello a sinistra - spiega Abhi, 16 anni - mi hanno anche fatto un timbro sul collo".

Sribiju studia il fenomeno da nove anni. E parla al quotidiano britannico The Independent di un'ipotesi interessante: "La causa potrebbe risiedere nell'acqua o nella sabbia. Non crediamo dipenda dal cibo, poiché queste persone non mangiano niente di particolare. Ma nell'acqua che bevono ci sono metalli pesanti, a causa dell'inquinamento delle falde. Ci vorranno comunque anni, per venirne a capo".

L'esperto esclude che la causa sia l'alta percentuale di matrimoni fra consanguinei nella comunità musulmana: "Il fenomeno non è circoscritto a queste famiglie ma interessa tutta la comunità, e le coppie che si trasferiscono in questa zona cominciano a partorire figli gemelli dopo pochi anni di permanenza. E' un'area geografica molto piccola. E la causa sembra più esterna che genetica".

La maggior parte dei gemelli di Kodinji, spiega Sribiju, non sono identici, e questo significa che c'è qualcosa che fa produrre alle madri uova in più. I gemelli infatti possono essere di due tipi, dizigoti e monozigoti. Quelli dizigoti sono i più comuni (circa i 2/3 di tutti i parti gemellari) e derivano dalla fecondazione di due cellule uovo da parte di due spermatozoi. I monozigoti, detti anche monovulari, derivano da una singola cellula uovo fecondata da uno spermatozoo e poi scissa in due embrioni, quindi sono identici. Esiste anche una terza categoria, i gemelli bizigoti o "semi-identici", che nascono da una cellula uovo fecondata da due spermatozoi. La maggior parte dei parti gemellari di Kodinji sono dizigoti.

"Dev'esserci qualcosa che stimola le donne a produrre uova - conclude lo studioso - in Paesi occidentali come Inghilterra, Spagna o Francia l'utilizzo di farmaci che stimolano la fertilità ha portato a un incremento dei parti gemellari, ma queste tecniche non sono disponibili in questa parte dell'India e la causa non può essere quella".

"E' una teoria interessante, l'inquinamento potrebbe essere una causa - spiega la dottoressa Lucia Pasquini, responsabile del Centro di medicina fetale dell'azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze - ma è difficile dimostrarlo. I parti di gemelli dizigoti sono legati a moltissimi fattori, dall'età della madre al suo albero genealogico fino alle condizioni socio-economiche della famiglia. La percentuale di monozigoti invece è mediamente identica in tutto il mondo, indipendentemente dalle condizioni ambientali ed economiche".

Kodinji non è l'unico posto ad avere un altissimo tasso di parti gemellari. Anche il villaggio di Mohammad Pur Umri, vicino alla città indiana di Allahabad, si trova nella stessa situazione, così come il villaggio brasiliano di Candido Godoi. La percentuale più alta in assoluto la troviamo però in Africa, nella tribù nigeriana degli Yoruba: circa 45 nascite ogni 1000 sono gemellari. Il dottor Sribiju si è già messo in contatto con queste comunità, sperando che un confronto posssa aiutare a risolvere il mistero.

fonte: repubblica.it

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